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DEPRESSIONE: cos'è e come uscirne

  • Immagine del redattore: Dalila Vibracci
    Dalila Vibracci
  • 5 set 2024
  • Tempo di lettura: 6 min


DEPRESSIONE, UOMO NERO SU SFONDO BIANCO

La depressione è una delle condizioni psicologiche di malessere più difficili da affrontare e più diffuse, ne soffre più del 6% della popolazione in Italia, sfiorando il 30% negli anziani (65+) e più di trecento milioni di persone in tutto il mondo. Ha un incidenza maggiore nella popolazione femminile (3 su 4 sono donne). Secondo i dati dell' ISTAT almeno una volta il 10% della popolazione ha sofferto di stati depressivi.


Ma quali sono i sintomi?


I sintomi sono davvero molteplici e possono colpire quattro grandi aree: sintomi somatici, sintomi emotivi, sintomi comportamentali e sintomi cognitivi, e influenzano in modo significativo la vita personale, relazionale e sociale della persona.


In presenza di almeno 5 dei seguenti sintomi si può parlare di depressione:


  • profonda tristezza (umore depresso): Oggi mi sento depresso, quante volte lo sentiamo dire? Ma questo non deve portarvi a trarre le conclusioni che la persona soffra di un disturbo depressivo, demarcando solo un momento di stato di tristezza per lo più fisiologico e nella norma, può infatti succedere a tutti che eventi della vita quotidiana condizionino le nostre sensazioni ed emozioni. La tristezza è infatti un emozione di base, proprio come la rabbia o la paura, una reazione normale e congrua in risposta a situazioni diffici, problematiche o in risposta a una perdita (che sia relazionale, lavorativa, di salute, ecc...), fornendo al soggetto una segnalazione negativa che permette di reagire, o di prendere atto della situazione. Questo non significa essere depressi. La depressione è definita tale se perdura per almeno due settimane e associata ad altri sintomi significativi.

  • diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi, le attività: molto spesso anche le attività e gli hobby che prima interessavano, perdono la loro attrattiva

  • significativa perdita o aumento di peso: è incredibile come il corpo risponda alle variazioni dell'umore. Possono verificarsi casi in cui i pazienti si presentano dal dottore per perdite o aumenti significativi di peso (più del 5%) e vengano sottoposti a varie indagini cliniche (esami del sangue, ecografie) senza venga trovato nulla. In oltre possono presentarsi problemi digestivi e altri problemi intestinali

  • insonnia o ipersonnia: presenti quasi tutti i giorni. Spesso le difficoltà ad addormentarsi riducono di molto le ore di sonno del depresso. Se circa il 15% delle persone depresse dorme più del necessario, l'80% riferisce difficoltà di addormentamento o di mantenimento del sonno. L adespressione può causare problemi di sonno e, a sua volta, i problemi di sonno possono contribuire all'accentuazione del disturbo, infatti le ricerche suggeriscono che le persone con insonnia hanno un rischio tre volte maggiore di andare in contro a un disturbo depressivo. Una ricerca condotta nel 2006 da National Sleep Foundation ha riportato che il 73% di coloro che presentavano un basso tono dell'umore riferiva di non dormire a sufficilenza, documentando cosi la forte associazione negli adolescenti tra umore basso e insonnia.

  • agitazione o rallentamento psicomotori

  • faticabilità o mancanza di energia: spesso depressione e spossatezza vanno di pari passo perchè la depressione agisce sui neurotrasmettitori associati al sistema di ricompensa e alla lucidità mentale colpendo cosi i livelli di energia. Colpisce la capacità di sentirsi motivati, rendendo estenuante sul piano fisico ed emotivo portare a termine anche i compiti più semplici, come vestirsi, fare una telefonata, fare la spesa. Anche in questo caso il rapporto tra depressione e fatica può diventare circolare: le persone depresse fanno più fatica ad affrontare la giornata che, e lo sforzo maggiore, a sua volta, aumenta il senso di depressione.

  • sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati: nella depressione spesso il soggetto tende a sentirsi responsabile del proprio disagio, presentando un continuo rimuginare sui propri errori, i propri difetti, le proprie colpe, commesse in passato. La dimensione temporale è compromessa facendo percepire un presente immodificabile e dilatato e un futuro privo di speranza e progettualità.

  • ridotta capacità di pensare o di concentrarsi o indecisione: comporta spesso deficit cognitivi, i disturbi cognitivi sono qualsiasi condizione medica interessi i processi cerebrali di elaborazione e ritenzione delle informazioni, con conseguente compromissione della memoria, dell'attenzione, della percezione e del pensiero. I pazienti con depressione melanconica hanno una compromissione significativamente maggiore della memoria e delle funzioni esecutive ripsetto ai pazienti con depressione non melanconica (mentre il depresso nevrotico conserva una scintilla vitale, per quanto può sembrare spenta all'apparenza, fornendo la capacità di instaurare un clima di fiducia in una relazione di aiuto, la depressione melanconica mostra una sofferenza con sentimento di nullità esistenziale, non rispondendo nemmeno al legame con l'Altro, non ha mai avuto accesso al sentimento di essere stato amato, riconosciuto e voluto)

  • ricorrenti pensieri di morte, pensieri di suicidio con o senza tentativi effettivi: 15 persone su 100 che soffrono di depressione clinica grave muoiono di suicidio


Fatta eccezione per l'ideazione suicidaria e la modificazione del peso corporeo i sintomi sopra elencati devono essere presenti quasi tutti i giorni.


Esiste un solo tipo di depressione?


Non tutti sanno che esistono diverse forme di depressione e, pertanto, è essenziale fare una diagnosi accurata per intraprendere un giusto percorso terapeutico.


DEPRESSIONE MAGGIORE

E' una forma grave di depressione che per essere diagnosticata deve durare da almeno due settimane. Può presentarsi anche a prescindere da condizioni o eventi sfavorevoli. Spesso vi sono altri familiare con la stessa patologia. Nel caso di Depressione maggiore psicotica trovaimo deliri ( i più frequenti di rovina, colpa o malattia) e raramente, allucinazioni


DEPRESSIONE REATTIVA

Si intende un calo del tono dell'umore accompaganto da altri simtomi che può sopraggiungere in risposta ad un evento specifico percepito dal soggetto come fortemente stressante e disarmante, ed è importante diagnosticarla e trattarla per evitare si trasformi in depressione maggiore.


DISTIMIA

E' una depressione cronica più lieve della depressione maggiore nei sintomi. Può comparire già in adolescenza ma è più frequente nella fascia di età dai 18 ai 45 anni.


DISTURBO BIPOLARE DI TIPO 1 E 2

E' caratterizzato da gravi alterazioni delle emozioni, dei pensieri e dei comportamenti. Chi ne soffre può passare dall'essere al settimo cielo, a totale disperazione. Prevede almeno un episodio maniacale ( un episodio maniacale è un periodo di almeno 7 giorni in cui si osserva un tono dell'umore eccessivamente elevato, irritato, eccitato e un conseguente aumento delle normali attività quotidiane, con idee di grandezza, invincibilità, fino a poter sviluppare deliri) alternati a fasi depressive. Nel disturbo bipolare di tipo 2 dobbiamo avere la presenza di un episodio ipomaniacale invece che maniacale (durata e intensità sintomi minore).


DISTURBO DISFORICO PREMESTRUALE


E' una forma depressiva che può cominciare dopo l'ovulazione e risolversi pochi giorni dopo il ciclo mestruale. Può causare umore labile, disforia, irritabilità, e sintomi ansiosi portando a compromissioni a livello lavorativo e sociale.


DEPRESSIONE POST PARTUM


Si caratterizza per un profondo malessere in condizioni di assenza apparente di motivazioni, dopo la nascita di un figlio. Provoca tendenza al pianto, irritabilità, forte sensazione di tristezza, senso di colpa, difficoltà di concentrazione, ideazione suicidaria, preoccupazione estrema per il bambino.

E' rara la psicosi post-partum che se non trattata aumenta il rischio di suicidio e infanticidio.


Da cosa è causata?


La depressione può essere causata da molti fattori, biologici, psicologici e sociali.

A livello biologico vi è una carenza del neurotrasmettitore serotonina, (che influisce sulla forza di volontà, la motivazione e l'umore), di noradrenalina (aiuta a far fronte allo stress e aumenta la concentrazione), dopamina (incrementa il piacere), ossitocina ( promuove i sentimenti di amore, fiducia e riduce l'ansia).


In oltre la comunicazione e l'interazione della corteccia cerebrale, sede delle nostre funzioni superiori e pensieri e del controllo degli impulsi e il sistema limbico, collegato all'affettività e alle emozioni sono compromesse.

La corteccia prefrontale, che dovrebbe aiutarci a regolare l'emotività e l'impulsività innescate dal sistema limbico, non sembra svolgere bene il suo lavoro.


A livello sociale un rapporto disfunzionale con i genitori nei primi anni di vita e nel periodo successivo possono influire, come eventi negativi nella sfera relazionale (divorzio, un amore interrotto, perdita del lavoro, perdita di una persona cara).


Come curare la depressione?



E' fondamentale riconoscere i sintomi per poter intraprendere un percorso terapeutico con un professionista.

L'attività dei pensieri si concentra alla ruminazione, orientandoli al passato, ai fallimenti, agli insuccessi, le perdite, i lutti, gli errori, un pensiero focalizzato sugli eventi dolorosi.

Spesso la persona depressa dati i sentimenti di colpa, di disfattismo, e di mancanza di fiducia e motivazione, fatica a chiedere aiuto e spesso lo rifiuta. E' quindi essenziale il supporto delle persone care, per sostenere il paziente sia nel decidere di chiedere aiuto, sia nell'affiancarlo durante il percorso terapeutico. In linea generale un intervento terapeutico mira ad aumentare la consapevolezza della persona depressa, a riconoscere i pensieri disfunzionali che spesso causano rimuginio e non rispecchiano la realtà, a ricondurlo verso uno stile di vita sano. Abbandonare abitudini sbagliate come il fumo, l'alcool l'uso di droghe ma anche fare attività fisica che da energia, vitalità, stimolando seratonina che migliora l'umore, l'appetito e favorendo il sonno.


E' spesso utile e a volte essenziale affiancare alla terapia psicologica i farmaci dati dallo psichiatra, soprattutto nei momenti di sintomatologia più acuta. I farmaci antidepressivi agiscono infatti regolando i neurotrasmettitori deficitari che influenzano negativamente l'umore, sopra descritti.

La risposta ai vari antidepressivi è molto soggettiva, e i più utilizzati sono gli SSRI e gli SNRI, farmaci selettivi che agiscono sui neurotrasmettitori serotonina e noradrenalina. Mediamente funzionano in un tempo di 3-4 settimane.


La ricerca conferma che la combinazione di un approccio farmacologico e un supporto psicologico sortiscono i maggiori effetti offrendo possibilità di successo terapeutico più elevato.





 
 
 

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